Site icon Corriere Nazionale

Meloni attacca il Manifesto di Ventotene in Aula: è polemica politica

meloni

Meloni: “Sosteniamo Trump, è forte, non vedremo scene di debolezza”. Poi attacca il Manifesto di Ventotene in Aula: seduta sospesa

La telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin rappresenta “un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte da Trump e Zelensky”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, nelle repliche alla Camera dove si tiene il dibattito in vista del Consiglio Ue. “Sosteniamo gli sforzi del presidente Trump, è un leader forte che può porre le condizioni per garantire una pace giusta e dura. Non vedremo le scene di debolezza” che ci sono state altrove.

“La posizione del Governo è chiara. Noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il Governo aveva chiesto lo scorporo delle spese della difesa dal calcolo del patto di stabilità, oggi però non possiamo non porre il problema che l’intero piano presentato dalla presidente della Commissione europea von der Leyen si basa quasi completamente sul debito nazionale degli Stati, ed è la ragione per la quale stiamo facendo delle altre proposte”.

Questo, ha sottolineato Meloni, “perché sicuramente ci aiuta a scomputare le spese, però dall’altra parte io penso che una priorità debba essere quella per esempio di favorire gli investimenti privati su una materia come quella della quale stiamo parlando, ed è la ragione per la quale col ministro Giorgetti abbiamo elaborato una proposta che ricalca quello che accade attualmente con Invest Ee. Quindi garanzie europee per gli investimenti privati e cerchiamo di rendere questo piano maggiormente sostenibile. Ma la posizione mi pare chiara”.

“Se sto con l’Europa o con gli Usa? Io sto sempre con l’Italia, non seguo pedissequamente né l’Europa né gli Usa. Dopodiché sono anche per la compattezza dell’Occidente, che penso serva all’Europa e all’Italia. Le semplificazioni su questa materia non aiutano”.

“Voglio chiedere alcune cose alla collega Schlein, che interverrà in dichiarazione di voto così spero possa chiarire alcune di queste cose per sapere qual è il grado di convergenza di questo Parlamento. Quando si dice che l’Italia deve stare con l’Europa, significa anche che poiché la proposta di inviare truppe in Ucraina è stata fatta dal presidente Francese Macron e dal primo ministro inglese Starmer, noi dovremmo adeguarci e mandare i soldati in Ucraina? Perché io su questo non sono d’accordo“.

E ancora: “Quando dice che Trump non sarà mai niente di simile a un alleato- ha proseguito Meloni- vuol dire che dobbiamo uscire dalla Nato? Che dobbiamo uscire dal G7? Che non dobbiamo avere rapporti bilaterali? Di che cosa si parla esattamente? Perché io penso che i Paesi alleati non cambino in base a chi vince le elezioni, ma mi pare che voi la pensiate è in maniera diversa e allora mi piacerebbe che fosse chiarito”.

“Non mi è chiarissima neanche la proposta del Pd relativa al piano della Commissione europea in tema della difesa. La proposta che io ho letto è quella di opporsi al rafforzamento della difesa fatta dai singoli Stati europei per fare una centrale di acquisti unica europea per gli armamenti e i sistemi difensivi sul modello di quello che aveva predisposto Bruxelles per acquistare i vaccini anti-Covid”.

La proposta, ha sottolineato Meloni, “mi lascia un po’ sorpresa, perché di fatto si parla non di avere maggiore margine di spesa da utilizzare in sicurezza e difesa al contempo favorendo le industrie nazionali di quei settori, ma si parla di spendere le stesse risorse facendo però decidere a Bruxelles come si spendono e magari spendendole su sistemi che non sono italiani e su aziende che non sono italiane. E aggiungo anche che richiamare l’esempio dei vaccini Covid non mi pare sia andato benissimo. I contratti sono stati secretati e vi ricordate come sono andate le cose…“.

“Avrei ascoltato volentieri delle proposte da parte del M5S, anche questa volta ho ascoltato soprattutto improperi, insulti, mi dispiace per voi. Capisco perché quando eravate al governo avevate dei problemi. Non ho tempo per la vostra lotta nel fango, gli italiani valuteranno come comportarsi e la discrasia che esiste tra le posizioni che tenete dall’opposizione e quelle che avevate quando eravate al governo”.

“Su quanto sia difficile governare lo sospettavo anche dall’opposizione. Io però sono in grado di distinguere i tempi facili da quelli difficili, non sono stata un oppositore facile ma rimane alla storia che quando ci fu l’invasione dell’Ucraina la prima cosa che ho fatto è stata chiamare l’allora presidente del Consiglio Draghi per assicurare il sostegno di Fdi, e Draghi potè andare al Consiglio europeo a portare la posizione dell’Italia proprio grazie a una risoluzione di Fdi”. “Sulla compattezza del Governo francamente per quello che mi riguarda non è data dalla presenza dei ministri in Aula, anzi io ho detto spesso ai ministri in Aula che quando sono impegnati in altre vicende fanno bene a fare il loro lavoro.

“Penso che la possibilità per loro di dare risposte agli italiani sia molto più importante che fare compagnia a me mentre sono in Aula, me la posso grandemente cavare da sola”.

ATTACCA IL MANIFESTO DI VENTOTENE

Giorgia Meloni attacca il Manifesto di Ventotene, il documento per la promozione dell’unità politica europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel 1941 durante il periodo di confino. “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia” afferma la premier in aula alla Camera durante il dibattito in vista del Consiglio Ue.

“Nella manifestazione che è stata fatta sabato a Piazza del Popolo e anche in quest’Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene. Spero che tutte queste persone in realtà non abbiano mai letto il Manifesto di Ventotene, perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa.
Però a beneficio di chi guarda da casa e di chi non dovesse averlo mai letto, io sono contenta di citare testualmente alcuni passi salienti del manifesto di Ventotene”, dice Meloni, che poi legge alcuni passaggi: “‘La rivoluzione europea per risolvere le nostre esigenze dovrà essere socialista’. ‘La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio’. ‘Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente’. ‘Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia, i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro di sé uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultuare di passioni’. ‘La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria’.

E il manifesto conclude, continua Meloni, che il partito rivoluzionario ‘attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte dell’ancora inesistente volontà popolare, ma dalla coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà in tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle informi masse.
Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia’”.

Terminata la lettura, la premier conclude: “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”.

FONTE: AGENZIA DI SRAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

Exit mobile version