Un nuovo studio clinico di fase 2 sta reclutando adulti con sclerosi multipla recidivante per valutare la terapia sperimentale con obexelimab come iniezione sottocutanea
Un nuovo studio clinico di fase 2 sta reclutando adulti con sclerosi multipla recidivante per valutare la terapia sperimentale con obexelimab come iniezione sottocutanea settimanale. L’obiettivo principale è testare se il farmaco sia più efficace di un placebo nel ridurre il numero di nuove lesioni infiammate visibili nelle scansioni di risonanza magnetica (MRI). Ne ha dato annuncio in un comunicato stampa l’azienda sviluppatrice, Zenas Biopharma (Waltham, Massachusetts).
Lo studio, denominato MoonStone (NCT06564311), è aperto ad adulti di età compresa tra 18 e 60 anni con sclerosi multipla recidivante-remittente o sclerosi multipla secondaria progressiva attiva. Il reclutamento è in corso in oltre 40 siti negli Stati Uniti, in Europa e in Cina, e i risultati sono attesi per il terzo trimestre di quest’anno.
Innovativo meccanismo d’azione
In caso di sclerosi multipla (SM), l’infiammazione nel cervello e nel midollo spinale provoca danni alle cellule nervose, causando problemi con la normale trasmissione nervosa e dando origine ai sintomi della malattia.
Un tipo di cellula immunitaria con un ruolo centrale nell’infiammazione della SM sono i linfociti B.
Diversi trattamenti approvati per la sclerosi multipla agiscono attraverso la deplezione dei linfociti B essendo mirati alla proteina CD20. Obexelimab è progettato per ridurre l’attività dei linfociti B senza loro deplezione. Questa terapia è mirata specificamente a due proteine dei linfociti B denominate CD19 e FcγRIIb. Secondo Zenas Biopharma, la terapia riduce l’attività di una gamma più ampia di linfociti B rispetto ai trattamenti disponibili mirati contro il CD20.
Criteri di inclusione
Lo studio sta reclutando pazienti che hanno avuto almeno una recidiva della malattia nell’ultimo anno o due recidive negli ultimi due anni, o che hanno avuto almeno una lesione infiammata attiva rilevata da una risonanza magnetica eseguita fino a sei mesi prima di entrare nello studio.
Circa 93 partecipanti saranno assegnati in modo casuale a ricevere 250 mg di obexelimab o un placebo, somministrati tramite iniezioni sottocutanee settimanali per 12 settimane (circa tre mesi).
Previsti due periodi open-label
Dopo aver completato la parte controllata con placebo dello studio, i partecipanti avranno l’opzione di entrare in un periodo open-label in cui tutti riceveranno obexelimab per almeno tre mesi.
Questo sarà seguito da un’altra estensione open-label della durata di un anno. L’obiettivo principale dello studio, come accennato, è valutare se obexelimab è più efficace di un placebo nel ridurre il numero di nuove lesioni infiammate attive visibili nelle scansioni di MRI. Verranno valutati anche gli effetti del trattamento su altri risultati MRI e marker di danno nervoso.
Altre potenziali applicazioni della terapia
Oltre alla sclerosi multipla, Zenas Biopharma sta conducendo altri studi clinici per testare obexelimab come potenziale trattamento per varie altre condizioni autoimmuni guidate da un’attività anomala dei linfociti B, come il lupus.
Obexelimab è stato valutato in cinque studi clinici completati su un totale di 198 pazienti, che hanno ricevuto obexelimab tramite infusione endovenosa o iniezione sottocutanea. La terapia è stata ben tollerata e ha dimostrato attività clinica attraverso questi studi, fornendo alla compagnia una prova di concetto iniziale per obexelimab come potente inibitore dei linfociti B per il trattamento di alcune malattie autoimmuni.
Traguardi futuri della sperimentazione clinica
Durante il 2025, la compagnia prevede di raggiungere i seguenti traguardi clinici chiave: riportare i risultati dell’endpoint primario di 12 settimane nel terzo trimestre del 2025 dallo studio di fase 2 MoonStone sui pazienti con SM recidivante-remittente.
Inoltre, verranno valutati endpoint secondari importanti durante il periodo open-label, utilizzando valutazioni standardizzate, imaging 3D innovativi e biomarker, tra cui la catena leggera del neurofilamento sierico (NfL), per valutare l’impatto di obexelimab sulla progressione della malattia.