Emofilia A: promettente in fase III l’anticorpo mimetico bispecifico Mim8. Somministrazione da settimanale a mensile
Presentati durante il 18° Congresso dell’Associazione Europea per l’Emofilia e i Disordini Correlati – EAHAD 2025 a Milano – i risultati intermedi dello studio di fase III FRONTIER3 che ha valutato il farmaco sperimentale Mim8 in un programma di profilassi (trattamento regolare per prevenire sanguinamenti prolungati e spontanei) in bambini con emofilia A con e senza inibitori.
Lo studio è stato condotto su 70 partecipanti (di età compresa tra 1 e 11 anni) che nella prima parte dello studio hanno ricevuto il farmaco per via sottocutanea una volta alla settimana per le prime 26 settimane, al termine delle quali hanno avuto la possibilità di passare alla somministrazione una volta al mese.
L’analisi ad interim descrive i risultati di efficacia e tollerabilità ottenuti al termine della prima parte dello studio e include alcuni dati preliminari della seconda parte. Dopo aver completato le 26 settimane iniziali dello studio, il 45 per cento dei partecipanti ha scelto di passare a Mim8 una volta al mese, mentre il restante 55 per cento è rimasto alla dose di una volta alla settimana.
Mim8 è un anticorpo bispecifico mimetico del Fattore VIIIa (FVIIIa) in fase di sperimentazione, progettato con l’obiettivo di fornire un’emostasi sostenuta con un regime di profilassi una volta al mese, una volta ogni due settimane o una volta alla settimana nelle persone con emofilia A con e senza inibitori. Somministrato sottocute, Mim8 fa da ponte tra il Fattore IXa e il Fattore X, sostituendo così il Fattore VIII, che ripristina la capacità dell’organismo di generare trombina, aiutando il sangue a coagulare. L’uso di Mim8 nelle persone con emofilia A è in fase di sperimentazione e non è approvato dalle autorità regolatorie.
“La gestione dell’emofilia A nei bambini piccoli è un complesso gioco di equilibri che consiste nel fornire cure continue, ridurre al minimo il tempo trascorso fuori dalla scuola e garantire il massimo del loro benessere fisico, emotivo e sociale”, ha dichiarato il professor Johnny Mahlangu, ricercatore principale e Director of Haemophilia Comprehensive Care Centre Charlotte Maxeke Johannesburg Hospital at University of the Witwatersrand in Johannesburg, South Africa.
Sono stati inoltre presentati i dati sugli esiti riferiti dai pazienti e dai caregiver della prima parte dello studio, che hanno indicato che Mim8 una volta alla settimana potrebbe ridurre l’onere del trattamento e migliora la capacità funzionale e la qualità di vita nei bambini con emofilia A con o senza inibitori.
“Siamo consapevoli delle sfide quotidiane affrontate dai bambini con emofilia A e da chi se ne prende cura. I dati di FRONTIER3 rappresentano un altro passo avanti nell’offerta di una nuova opzione terapeutica che vuole ridurre l’onere del trattamento e migliorare la qualità della vita anche dei più giovani”, ha commentato Ludovic Helfgott, executive vice president for Rare Disease in Novo Nordisk.
“Mim8 è stato progettato con l’obiettivo di offrire una gestione flessibile del trattamento basata sullo stile di vita individuale. In Novo Nordisk, il nostro impegno verso le malattie emorragiche rare ci spinge a studiare nuove soluzioni che riducano le limitazioni nella vita dei bambini con emofilia e delle loro famiglie”.
Commentro del clinico italiano
Abbiamo chiesto un breve commento sul farmaco e sul nuovo studio alla Prof.ssa Maria Elisa Mancuso, Referente Ambulatorio malattie Emorragiche del Centro Trombosi e Malattie Emorragiche, IRCCS Humanitas di Rozzano. Il centro della professoressa ha partecipato alla sperimentazione del trial FRONTIER 3.
Siamo alla vigilia di un’evoluzione di questa classe perché ne arriva una seconda generazione. Cos’ha di diverso rispetto alla prima?
“Sicuramente la seconda generazione nasce dopo essersi resi conto dei limiti della prima, quindi è uno sforzo per superare questi limiti, primo fra tutti il fatto che l’efficacia andava ottimizzata in termini di protezione. Queste nuove molecole infatti hanno una ingegnerizzazione di tipo molecolare per cui la potenza di attivazione della coagulazione è aumentata, grazie a un legame maggiore, a un’attività maggiore sul fattore 9, che è il principale substrato, e contemporaneamente è stata modulata l’affinità dei confronti del substrato. Questo è un aspetto molto importante per aumentare invece il profilo di sicurezza. La molecola del Mim8, che è la prima molecola di nuova generazione dei mimetici, è stata scelta fra milioni di anticorpi monoclonali selezionati per avere un’evoluzione, proprio per le sue caratteristiche di maggiore potenza nell’attivazione del fattore 9 e minore affinità nei confronti del substrato che riduce il potenziale rischio trombotico.”
Qui a Milano vengono presentati in anteprima i dati dello studio FRONTIER 3 al quale lei stessa ha partecipato. Quali sono i risultati più importanti, le cose da tenere a mente?
I primi risultati del Frontier 2 relativi ai primi 6 mesi di uso del farmaco nei pazienti adolescenti-adulti, quindi con età superiore ai 12 anni, hanno mostrato una superiorità della profilassi con Mim8 rispetto sia al trattamento a domanda, però quello devo dire è abbastanza atteso perché la profilassi è sempre migliore, il trattamento a domanda, ma ciò che è rilevante è che la profilassi con Mim8, che viene somministrato per via sottocutanea una volta alla settimana o una volta al mese, si è dimostrata superiore anche alla precedente profilassi col il fattore ottavo. Quindi diciamo che questi dati sono rassicuranti sul fatto che i nostri pazienti, attraverso una somministrazione sottocutanea una volta a settimana o una volta al mese, possono essere protetti nei confronti della maggior parte delle emorragie in maniera molto efficace.
C’è dell’altro? “Aggiungo che un’altra novità legata proprio a Mim8, e che sicuramente supera un altro limite della precedente generazione di farmaci, è il fatto che la dose è fissa, quindi che qualsiasi paziente, qualsiasi fascia di peso appartenga, qualsiasi età, a seconda della dose che merita, riceve comunque un’unica iniezione sottocutanea di 0.8 ml e dal punto di vista pratico questo può fare la differenza, perché terapie basate sul peso e quindi calcolate sul peso possono portare da un lato a degli errori di dosaggio o a volumi molto alti di iniezione o a dover sprecare del farmaco perché se la dose deve essere sempre calibrata, la fiala non è detto che contenga esattamente la quantità necessaria. Quindi il anche la dose fissa è una novità che si associa al diciamo ai vantaggi di questa nuova generazione di farmaci.”
per la coagulazione dove necessario in maniera altamente specifica, riducendo al minimo il rischio di legami aspecifici indesiderati.
Cosa e come funziona Mim8
Mim8 è un anticorpo bispecifico mimetico del fattore VIIIa (FVIIIa) di nuova generazione progettato per ottenere un’emostasi sostenuta con un regime di profilassi una volta al mese, una volta ogni due settimane o una volta alla settimana. L’uso di Mim8 è in fase di sperimentazione e non è approvato dalle autorità regolatorie o disponibile in nessun paese al mondo.
Il Mim8 è un anticorpo bispecifico che mima la funzione del fattore VIII attivato.1 Il Mim8 facilita il legame di altri due importanti fattori di coagulazione: il fattore IXa e il fattore X.
Lo fa legando i due fattori sulla superficie delle piastrine attivate, che si trovano nei punti di sanguinamento. Mim8 svolge due azioni importanti per ripristinare il processo di coagulazione:
Una parte di Mim8 (quella che lega il FIX attivato) stimola l’attività del Fattore IXa, amplificandone significativamente il ruolo nel processo di coagulazione.
L’altra parte di Mim8 avvicina il FX al FIXa, determinandone l’attivazione in FXa. Questo ripristina il processo di coagulazione, portando alla formazione di coaguli.
Mim8 agisce legando i fattori necessari per la coagulazione dove necessario in maniera altamente specifica, riducendo al minimo il rischio di legami aspecifici indesiderati.