Il 41,22% dei pazienti con neuropatia periferica indotta dalla chemioterapia sviluppa una forma cronica e dolorosa di questa condizione
Una recente meta-analisi pubblicata su Regional Anesthesia & Pain Medicine ha stimato che il 41,22% dei pazienti con neuropatia periferica indotta dalla chemioterapia sviluppa una forma cronica e dolorosa di questa condizione.
Neuropatia periferica indotta da chemioterapia (CIPN): prevalenza e impatto della forma dolorosa
La neuropatia periferica indotta dalla chemioterapia (CIPN) è una complicanza comune del trattamento del cancro, ma la prevalenza globale della CIPN dolorosa e la sua variabilità basata su fattori sociodemografici, clinici e metodologici selezionati rimangono poco compresi.
La CIPN è una condizione debilitante causata dall’uso di farmaci chemioterapici neurotossici. Si manifesta con disturbi motori e sensoriali, tra cui ipoestesia, parestesia e disestesia, con una distribuzione simmetrica a “calza e guanto”. La sua incidenza e gravità dipendono da diversi fattori, come il tipo di farmaco utilizzato, la dose cumulativa e condizioni preesistenti del paziente (ad esempio, neuropatie pregresse o uso di altri farmaci neurotossici).
Una parte significativa dei pazienti con CIPN sperimenta sintomi non dolorosi, come intorpidimento o formicolio, mentre chi sviluppa una forma dolorosa subisce un impatto maggiore sulla qualità della vita.
La neuropatia dolorosa è infatti associata a un significativo declino funzionale, aumentando i costi sanitari e la necessità di interventi per la gestione del dolore. Nei casi più gravi, può portare a riduzioni di dosaggio o alla sospensione della chemioterapia, compromettendo la prognosi oncologica.
Nonostante la rilevanza clinica, la patogenesi della CIPN dolorosa non è completamente compresa. Si ritiene che derivi da effetti neurotossici diretti sui nervi periferici, tra cui danni mitocondriali, disfunzioni dei canali ionici e neuroinfiammazione. Le linee guida dell’American Society of Clinical Oncology sottolineano la complessità della gestione di questa condizione, evidenziando l’efficacia limitata dei trattamenti farmacologici esistenti, come la duloxetina, e la mancanza di strategie preventive efficaci.
La gestione attuale prevede un approccio multimodale che combina terapia conservativa, analgesici per il dolore neuropatico e procedure interventistiche (neuromodulazione, somministrazione intratecale di farmaci). Tuttavia, nei casi più gravi, la sospensione della chemioterapia rimane l’ultima risorsa.
Le stime indicano che il 70% dei pazienti sviluppa CIPN entro il primo mese di chemioterapia, il 60% a tre mesi e il 30% a sei mesi o oltre. L’incidenza è più elevata nei pazienti trattati con farmaci a base di platino, taxani e alcaloidi della vinca.
Tuttavia, la prevalenza della CIPN dolorosa non è ancora ben definita e, ad oggi, non esistono revisioni sistematiche con meta-analisi su questo argomento. Si ipotizza che la sua diffusione vari in base a fattori come il tipo di chemioterapico utilizzato, la durata del trattamento e il tempo trascorso dalla sua conclusione.
Con l’aumento della sopravvivenza al cancro e l’uso di regimi chemioterapici più aggressivi, è fondamentale comprendere l’impatto globale della CIPN dolorosa. Valutare la sua prevalenza è essenziale per migliorare la diagnosi precoce e il trattamento, oltre a ridurre l’impatto socioeconomico della patologia. In particolare, è necessario analizzare la distribuzione della CIPN dolorosa in base a variabili demografiche, geografiche ed economiche per affrontare le disuguaglianze sanitarie a livello globale.
Quantificazione globale, dati e limiti
Questo studio si propone di colmare questa lacuna analizzando la prevalenza globale della CIPN dolorosa attraverso una meta-analisi della letteratura pubblicata tra il 2000 e il 2024. Sono stati esaminati fattori moderatori che possono influenzare le stime di prevalenza, tra cui caratteristiche sociodemografiche (sesso, status economico), cliniche (tipo di chemioterapia, tumore primario) e metodologiche (design dello studio, fonte di finanziamento, anno di pubblicazione). L’ipotesi di partenza degli autori è che il regime chemioterapico e le modalità di segnalazione nel tempo influenzino significativamente la prevalenza della CIPN dolorosa.
Lo studio, condotto dal Dr. Ryan S. D’Souza della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, ha analizzato dati provenienti da 77 studi condotti in 28 paesi, coinvolgendo un totale di 10.962 pazienti con CIPN e fornisce la prima stima globale completa della prevalenza della CIPN dolorosa cronica, rivelando una sostanziale eterogeneità influenzata dal tipo di chemioterapia, dal tumore primario e dalla regione geografica.
I ricercatori hanno utilizzato una trasformazione doppio arcseno per aggregare i dati e stimare la prevalenza complessiva della neuropatia dolorosa cronica.
I risultati hanno evidenziato una significativa eterogeneità tra gli studi (I²=95,27%).
Tuttavia, questa scoperta è caratterizzata da un’elevata eterogeneità statistica e da una certezza molto bassa secondo i criteri GRADE. Quando analizzati per continente, gli studi provenienti dall’Asia hanno avuto la più alta prevalenza di CIPN dolorosa cronica al 46,52%, mentre quelli provenienti dall’Europa hanno riportato la prevalenza più bassa al 35,92%.
In termini di cancro primario, gli studi che descrivono pazienti con cancro polmonare primario hanno riportato la prevalenza più elevata al 62,26%, mentre quelli che coinvolgono il cancro ovarico e il linfoma hanno riportato la prevalenza più bassa, rispettivamente al 31,40% e al 35,98%. L’analisi di meta-regressione ha mostrato che fattori come il disegno dello studio, l’HDI e l’anno di pubblicazione non hanno avuto un impatto significativo sulle stime di prevalenza.
Inoltre, la meta-analisi cumulativa, classificata per anno, ha dimostrato che i risultati non differivano nel tempo dalla stima finale della prevalenza aggregata.
Quantificando il peso globale della CIPN cronica dolorosa, questo studio evidenzia la necessità di approcci di gestione personalizzati e un accesso equo alle cure per mitigarne l’impatto in tutto il mondo.
Gli autori sottolineano che “l’ampia variabilità nei tassi di prevalenza tra paesi, continenti, regimi chemioterapici e tipi di tumore primario evidenzia la necessità di strategie mirate per affrontare questa condizione debilitante”.
Ryan S D’Souza et al., Global estimates of prevalence of chronic painful neuropathy among patients with chemotherapy-induced peripheral neuropathy: systematic review and meta-analysis of data from 28 countries, 2000-24. Reg Anesth Pain Med. 2025 Feb 4:rapm-2024-106229.
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