Rapporto neutrofili-linfociti e monociti-linfociti utile a prevedere attacchi di gotta


Il rapporto neutrofili-linfociti e il rapporto monociti-linfociti potrebbero essere utili nel prevedere il rischio di attacchi di gotta e l’aumento della mortalità cardiovascolare

gotta uricemia

Il rapporto neutrofili-linfociti (NLR) e il rapporto monociti-linfociti (MLR) potrebbero essere utili nel prevedere il rischio di attacchi di gotta e l’aumento della mortalità cardiovascolare (CVD). Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato su Scandinavian Journal of Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
Come è noto, i pazienti affetti da gotta si caratterizzano per un maggior rischio di comorbilità di di mortalità CV; ciò, pertanto, rende necessaria l’identificazione di migliori biomarcatori prognostici per stratificare questo rischio. È già stato dimostrato per NLR un ruolo di predittore di mortalità cardiovascolare nell’artrite reumatoide (AR) e sembra che la sua determinazione, insieme all’altro rapporto cellulare MLR, sia associato all’attività della malattia nella gotta. Inoltre, indipendentemente dalla malattia reumatologica sottostante, il NLR ha dimostrato di esercitare un’interazione sinergica con l’uricemia nell’aumentare il rischio di mortalità cardiovascolare nei pazienti con malattia coronarica. Pertanto, sia NLR che MLR potrebbero rivelarsi indicatori utili per valutare il rischio cardiovascolare nei pazienti con gotta.

Gli autori dello studio appena pubblicato avevano precedentemente dimostrato che i pazienti con gotta presentano una maggiore attivazione dei neutrofili, misurata attraverso il marcatore calprotectina, rispetto ai soggetti sani.
In questo studio, allora, i ricercatori hanno analizzato i dati di 38 pazienti con gotta, facenti parte della coorte “Reade gout cohort Amsterdam”, per valutare l’attività della malattia (numero totale di attacchi acuti di gotta) e il rischio cardiovascolare a 10 anni. Sono stati inoltre misurati i livelli di calprotectina, la conta cellulare e i livelli di uricemia.

La maggior parte dei partecipanti era di sesso maschile (95%) e il 61% di questi presentava ipertensione.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che:
– I livelli di calprotectina erano correlati con il NLR (r = 0,56; P = 0,0004)
– MLR era associato al numero totale di attacchi di gotta (r = 0,39; P = 0,02)
– NLR e MLR, ma non le conte assolute di neutrofili e monociti, erano significativamente correlati al BMI e risultavano aumentati nei pazienti con gotta ad alto rischio cardiovascolare (P < 0,05).
Da ultimo, l’analisi di regressione logistica ha evidenziato che i pazienti con valori di NLR o MLR nel quartile superiore avevano una probabilità 7,5 volte maggiore di sviluppare un elevato rischio cardiovascolare (OR: 7,5; IC95%: 1,7–33).

Limiti e implicazioni cliniche dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici del lavoro, quali la mancata valutazione nel tempo dello sviluppo prospettico del rischio CV nei pazienti con gotta e il riscontro di dati missing sulla conta di neutrofili, monociti e linfociti in alcuni pazienti.

Ciò detto, nel complesso gli autori hanno concluso che NLR e MLR, essendo parametri di laboratorio facilmente accessibili, potrebbero diventare dei biomarcatori utili per valutare il rischio di attacchi di gotta e identificare i pazienti più vulnerabili a complicanze cardiovascolari, permettendo un monitoraggio e un trattamento più intensivi.

Inoltre, hanno sottolineato la necessità di condurre ulteriori studi per chiarire il ruolo causale dell’espansione delle cellule mieloidi e della riduzione dei linfociti nelle complicanze cardiovascolari legate alla gotta, nonché per approfondire il legame tra elevato BMI e deplezione linfocitaria.

NC

Bibliografia
Stultz RD et al. Elevated neutrophil-to-lymphocyte and monocyte-to-lymphocyte ratios are associated with increased flares and elevated cardiovascular disease risk in gout. Scand. J. Rheumatol. Published online January 17, 2025. doi.org/10.1080/03009742.2024.2421622
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