Stasera su Rai 3 in prima serata tornano “Le ragazze” di Francesca Fialdini. Storie di donne che sono state ragazze tra gli anni ’40 e gli anni ’90
“Le Ragazze”, il programma di Rai Cultura, condotto da Francesca Fialdini, che racconta la vita di donne che sono state giovani negli anni ‘40, ‘50, ‘60, ‘70, ‘80 o ’90, torna con nuove storie inedite martedì 25 marzo, in prima serata su Rai 3.
Ad aprire la prima puntata sarà la decana Agnese Laurenza, nata nel 1933 a Caivano, in provincia di Napoli, in una famiglia di origini contadine: il padre muore in un incidente quando Agnese ha solo 15 anni e tutta la famiglia deve rimboccarsi le maniche per andare avanti. È così lei, che avrebbe tanto voluto studiare, frequenta una scuola di taglio e diventa sarta e una delle prime a cucire utilizzando i modelli: a vent’anni è talmente brava che comincia a realizzare anche abiti da sposa. Conosce Giuseppe, esponente della Guardia di Finanza a Venezia e dalla loro unione nascono due figlie, Pina ed Elisa. Il matrimonio però finisce improvvisamente perché lui, colpito da una forte depressione, si toglie la vita. Per la seconda volta Agnese deve anestetizzare il suo dolore e andare avanti con la sua attività sartoriale per garantire un futuro alle bambine. Diventa così una piccola imprenditrice di successo.
Ad aprire la prima puntata sarà la decana Agnese Laurenza, nata nel 1933 a Caivano, in provincia di Napoli, in una famiglia di origini contadine: il padre muore in un incidente quando Agnese ha solo 15 anni e tutta la famiglia deve rimboccarsi le maniche per andare avanti. È così lei, che avrebbe tanto voluto studiare, frequenta una scuola di taglio e diventa sarta e una delle prime a cucire utilizzando i modelli: a vent’anni è talmente brava che comincia a realizzare anche abiti da sposa. Conosce Giuseppe, esponente della Guardia di Finanza a Venezia e dalla loro unione nascono due figlie, Pina ed Elisa. Il matrimonio però finisce improvvisamente perché lui, colpito da una forte depressione, si toglie la vita. Per la seconda volta Agnese deve anestetizzare il suo dolore e andare avanti con la sua attività sartoriale per garantire un futuro alle bambine. Diventa così una piccola imprenditrice di successo.
Sarà poi la volta di due Ragazze degli anni ‘80. Paola Di Nicola nasce il 2 aprile del 1966 a Offida da papà magistrato e mamma casalinga. Terza di quattro sorelle, nei primi anni ’70 si trasferisce con tutta la famiglia a Roma per seguire il lavoro del papà. È proprio in quegli anni in cui il terrorismo uccideva colleghi di suo padre, poliziotti e carabinieri che Paola, appena dodicenne, decide di voler seguire le sue orme: laureatasi in giurisprudenza nel 1990, Paola supera il concorso in magistratura del 1992 in cui figura come commissaria Francesca Morvillo che pochi giorni dopo, il 23 maggio, resterà uccisa nella strage di Capaci insieme a Giovanni Falcone e alla scorta. Paola impara che nel momento in cui si indossa la toga la propria identità scompare: uomini o donne non importa, si è giudice, termine neutro che tutto assorbe. La consapevolezza di genere arriverà dopo svariati episodi di discriminazione e dopo lunghe ricerche, che la porteranno a scoprire l’esitazione e l’ostilità di alcuni politici che scrissero la Costituzione all’entrata delle donne in magistratura, avvenuta molti anni dopo con la legge del 9 febbraio 1963. Da quel momento in poi Paola non farà più sconti: ha fatto scuola la sua sentenza sul processo delle baby squillo a Roma che ha disposto per l’imputato l’acquisto di trenta libri sulla storia e il pensiero delle donne a titolo di risarcimento per la vittima. Paola è stata la prima a firmare una sentenza come “la giudice, la magistrata”. Da qualche anno ha assunto nel suo cognome anche quello della madre, firmandosi non più Paola Di Nicola, bensì Paola Di Nicola Travaglini.
La sua storia si intreccia con quella di Simona Zanini, nata nel 1961 ad Ashland, nel Kentucky, da genitori italiani. Il papà lavora come chimico industriale presso un impianto della Montedison. Simona fa ritorno definitivamente in Italia nei primi anni ‘70, prima a Ferrara, dove durante le scuole medie scopre di avere un’inclinazione naturale per il canto, poi a Milano, dove con gli amici del liceo forma un gruppo musicale esibendosi nei locali. La sua prima esperienza importante risale al 1980 quando viene scelta come cantante di un gruppo musicale prodotto dalla CBS, gli Oldaxe, la il gruppo non ha fortuna e si scioglie di lì a poco. Ma la frequentazione dell’ambiente discografico consente a Simona di entrare in contatto con Aldo Martinelli, musicista e produttore di punta dell’Italo Disco, la dance made in Italy che inizia a spopolare anche all’estero. Nasce tra i due un sodalizio dove Simona figura come cantante e come autrice di testi. Sono tantissimi i pezzi sfornati dal duo che però resta sempre dietro le quinte. I brani vengono infatti puntualmente associati ad un nome d’arte diverso: i Martinelli, Moon Ray, Doctor’s Cat, Topo & Roby, Radiorama. Il successo più clamoroso sarà “Comanchero” targato Moon Ray. Finita l’era dell’Italo Disco, Simona e Aldo si perdono di vista. A distanza di anni con il revival degli anni ’80 Simona riceve la proposta di fare delle serate e di eseguire per la prima volta in pubblico i suoi pezzi. Simona accetta l’invito e coinvolge Aldo nell’operazione. A distanza di 30 anni tra i due scoppia anche l’amore.
Seguono due Ragazze degli anni ‘60. Nata nel 1946 in un piccolo comune vicino Fabriano nelle Marche, Luigia Carlucci Aiello è una figura di spicco nel panorama dell’Intelligenza Artificiale in Italia. Cresciuta in un contesto familiare patriarcale, trascorre l’infanzia nella canonica dello zio prete, dove impara a leggere gli articoli sull’Osservatore Romano. Col supporto incondizionato dei genitori prosegue gli studi e, nel 1964, vince il concorso per la Scuola Normale di Pisa, superando le difficoltà di un ambiente accademico ancora fortemente maschilista. Nel 1968 si laurea in matematica applicata, coltivando una passione per la cibernetica dei calcolatori. Nel 1973 si trasferisce negli Stati Uniti con il marito e il figlio neonato per lavorare al prestigioso Stanford Artificial Intelligence Laboratory, diretto da John McCarthy. Questa esperienza rappresenta una delle più stimolanti della sua carriera e segna profondamente la sua visione dell’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, il ritorno in Italia nel 1976 è segnato dalla tragica perdita del marito, morto prematuramente a soli trent’anni. In seguito a questa tragedia, Luigia prende la coraggiosa decisione di tornare in California con il figlio di sei anni, alla ricerca di un ambiente più sereno e lontano dai pietismi della famiglia e della scuola. Durante questo periodo prosegue i suoi studi a Stanford e vive uno dei momenti più intensi e impegnativi della sua vita.Rientrata in Italia negli anni ’80, diventa una delle prime docenti universitarie di Informatica e fonda un gruppo di ricerca in Intelligenza Artificiale presso la Sapienza di Roma, dove guiderà progetti innovativi nel campo della Robotica cognitiva e della Sicurezza informatica. Oggi è considerata la madre degli studi sull’Intelligenza Artificiale in Italia.
La sua storia è intrecciata con quella di Giovannina Orsino, nata in provincia di Benevento nel 1947. La sua infanzia è segnata da grandi sacrifici e da un profondo senso di nostalgia: nel 1956 i genitori si trasferiscono a Sanremo in cerca di lavoro, lasciandola con i nonni insieme alla sorella. Questa separazione, durata due anni, rappresenta per Giovannina un periodo di grande sofferenza, mitigato solo dalla speranza di riunirsi alla famiglia, cosa che avviene nel 1960. Dopo essersi trasferita a Sanremo, si diploma come corrispondente commerciale in lingue estere per assecondare il desiderio del padre, che voleva portasse avanti gli studi. Affronta varie esperienze lavorative, da barista e receptionist in un campeggio di Sanremo, sempre guidata dal pensiero di aiutare la famiglia. Nel 1969 lascia il lavoro al camping e rileva, insieme al marito Ivo, una tintoria. Nonostante le iniziali difficoltà, l’attività si fa presto conoscere per la qualità del servizio e per l’impegno di Giovannina e Ivo, che riescono a gestire grossi carichi di lavoro assicurando risultati impeccabili. Oggi la tintoria, che ha superato i 55 anni di attività, è diventata la tintoria ufficiale del Festival di Sanremo.
“Le Ragazze” è un programma di Cristiana Mastropietro, Riccardo Mastropietro e Giulio Testa. La regia dello studio è di Riccardo Mastropietro, la regia delle storie è di Marcello Orlando.