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Chirurgia bariatrica, semaglutide prima dell’intervento non fa aumentare perdita di peso


Assumere semaglutide prima dell’intervento di chirurgia bariatrica non sembra aumentare la perdita di peso e i benefici metabolici a lungo termine

Uno studio retrospettivo ha mostrato che il gabapentin perioperatorio ha aumentato il rischio di delirio, utilizzo maggiore di antipsicotici e polmonite negli anziani

Assumere semaglutide prima dell’intervento di chirurgia bariatrica non sembra aumentare la perdita di peso e i benefici metabolici a lungo termine, come suggerito da uno studio caso-controllo retrospettivo pubblicato sulla rivista JAMA Surgery.

Lo studio monocentrico ha confrontato 182 pazienti che hanno ricevuto semaglutide prima dell’intervento di chirurgia bariatrica dal 2017 al 2024 con 182 controlli che non hanno assunto il farmaco. Utilizzando il propensity-score matching, i partecipanti sono stati abbinati prima dell’intervento chirurgico in base a età, razza, indice di massa corporea (BMI) preoperatorio, stato di diabete e procedura chirurgica.

La maggior parte dei soggetti è stata sottoposta a gastrectomia a manica e solo circa il 10% a bypass gastrico Roux-en-Y. Coloro che facevano uso di semaglutide ne assumevano una dose media di 1 mg a settimana.

L’età media all’intervento era di 45 anni, il 77,5% era di sesso femminile e il 74% era di razza bianca. Il gruppo semaglutide preoperatorio e i controlli avevano pesi mediani basali (120,6 vs 117,5 kg) e BMI (42,6 contro 43) comparabili.

Perdita di peso totale sovrapponibile con e senza semaglutide preoperatorio
I pazienti trattati prima dell’intervento per 24,4 settimane con il GLP-1 agonista hanno perso una mediana del 4% del peso prima della chirurgia bariatrica. Tenendo conto di questo calo ponderale preoperatorio, questi soggetti hanno ottenuto una maggiore perdita di peso totale combinata al terzo mese dopo l’operazione rispetto ai controlli che non hanno assunto il farmaco (per un perdita di peso complessiva di circa il 22% rispetto al 15%).

Tuttavia, coloro che non avevano precedentemente assunto semaglutide hanno recuperato rapidamente e non hanno mostrato differenze nella perdita di peso totale combinata ai mesi 6, 9 e 12. Al mese 12, infatti, la perdita di peso totale combinata era del 23% nel gruppo semaglutide preoperatorio rispetto al 26% nei controlli, hanno scritto l’autore senior Eric Sheu del Brigham and Women’s Hospital di Boston e colleghi.

Ai mesi 6, 9 e 12, gli utilizzatori di semaglutide neoadiuvante hanno perso significativamente meno peso con la sola chirurgia (mediana del 21% vs 26% al mese 12, P=0,008).

«Ci si potrebbe aspettare che i pazienti perdano più peso se assumono un farmaco prima dell’intervento. Ma siamo rimasti sorpresi nello scoprire che il gruppo che ha iniziato a prendere i farmaci e poi si è sottoposto all’intervento ha effettivamente ottenuto la medesima perdita di peso totale combinata. Questi risultati sono in contrasto con quelli di studi precedenti, nei quali l’assunzione di semaglutide dopo l’intervento ha dimostrato di poter aiutare ulteriormente i pazienti a perdere peso» ha affermato Sheu in una dichiarazione.

«Dovremo condurre ulteriori ricerche per rispondere ad alcune domande, ma al momento sembra che la strategia più efficace per perdere peso non sia semplice come fare 1 + 1 = 2, e che la chiave potrebbe risiedere nell’ordine con cui si applicano queste strategie» ha continuato. «Stiamo cercando di capire il momento migliore per applicarle, in modo da massimizzarne efficacia e sicurezza. Bisogna ancora valutare il momento più adatto per iniziare la terapia, per smettere di assumerla prima dell’intervento e quando effettuare l’intervento stesso. Dobbiamo anche capire se il tipo di chirurgia bariatrica è importante per il modo in cui i pazienti rispondono ai farmaci».

Sovrapponibili anche altri esiti, con e senza semaglutide
La maggior parte dei partecipanti aveva prediabete o diabete al basale. I livelli mediani di emoglobina glicata (HbA1c) erano simili nei pazienti trattati con semaglutide preoperatoria rispetto ai controlli prima dell’intervento chirurgico (5,8% vs 6,0%) e 1 anno dopo la procedura (5,5% vs 5,7%). La quota di soggetti che hanno raggiunto la remissione del diabete dopo un anno era numericamente, anche se non significativamente, più alta negli utilizzatori di semaglutide (12,6% vs 5,1%).

Anche il tasso di complicanze postoperatorie maggiori precoci, tra cui sanguinamento, perdite, infezioni, reintervento, riammissione e tempi operatori, non differiva tra i gruppi.

Gli utilizzatori di semaglutide hanno perso una quantità di peso simile, indipendentemente dal fatto che fossero considerati buoni o scarsi responder alla chirurgia bariatrica (calo ponderale rispettivamente ≥20% o <20%). Hanno inoltre ottenuto una perdita di peso simile con l’intervento chirurgico sia i buoni che gli scarsi responder a semaglutide (calo ponderale rispettivamente >5% e <5%.

Semaglutide non è stato approvato per la gestione dell’obesità a dosi più elevate fino al 2021, pertanto le dosi massime per la perdita di peso spesso non sono state raggiunte dai pazienti, hanno sottolineato i ricercatori. Inoltre, dato che la coorte era composta principalmente da pazienti sottoposti a gastrectomia a manica, i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altre procedure bariatriche.

Referenze

Mathur V et al. Neoadjuvant Semaglutide, Bariatric Surgery Weight Loss, and Overall Outcomes. JAMA Surg. 2025 Mar 5:e250001.

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