Malore nella notte per Davide Lacerenza, agli arresti domiciliari da inizio marzo per un sospetto di giro di ‘coca’ e escort legato al suo locale di Milano, la Gintoneria
Davide Lacerenza è stato ricoverato in ospedale dopo aver avuto, pare, un ictus. Il barman, arrestato ai primi di marzo per un giro di escort e droga legato al suo locale milanese “Gintoneria di Davide”, era da allora sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Le accuse contro di lui , contro la sua ex compagna Stefania Nobile e contro il suo braccio destro Davide Ariganello, tutti arrestati il 4 marzo, sono a vario titolo autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
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IL MALORE
Il ricovero, a quanto si apprende, è avvenuto nelle prime ore della giornata di oggi: Lacerenza si trova oggi ricoverato nel reparto di Neurologia del Policlinico di Milano. L’uomo avrebbe avuto un malore nella notte. La notizia è stata confermata dall’avvocato di Lacerenza, Liborio Cataliotti. Non si hanno al momento notizie precise sulle sue condizioni di salute e non c’è la certezza che si sia trattato di un ictus.
L’INDAGINE E LE ACCUSE
Lacerenza, conosciutissimo a Milano anche per sua attività social, aveva portato il suo locale a essere un punto di riferimento per la movida, soprattutto in ambienti facoltosi e vip. Il suo locale ‘Gintoneria’, da alcuni anni, si trovava in via Napo Torriani (dove era diventato ‘La Gintoneria di Davide’), non lontano dalla stazione centrale, a due passi dalla zona della movida di Porta Venezia. Era quello il locale in cui, hanno ricostruito le indagini, giravano droga e escort per i clienti, in buona parte vip e persone con molti soldi. Lacerenza è accusato di aver offerto, oltre allo champagne griffato col suo nome, anche varie tipologie di “pacchetti completi“, in cui rientravano anche cocaina ed escort. Al ‘modico’ prezzo di migliaia di euro in una sera. Gli incontri con le escort, è emerso dalle indagini, sarebbero avvenuti in un locale vicino, ‘La Malmaison’, dove era stato allestito una sorta di privè.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)