“La tutela legale riconosciuta agli operatori di polizia non significa immunità”, ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sulle novità del decreto sicurezza
Nel decreto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri è prevista “una specifica tutela legale a favore del personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. In altre parole, i nostri agenti di polizia e i nostri militari che dovessero essere indagati o imputati per fatti inerenti al servizio potranno continuare a lavorare e lo Stato sosterrà le loro spese legali, fino ad un massimo di diecimila euro per ogni fase del procedimento. Una norma sacrosanta che le nostre forze di polizia aspettano da molto tempo, e che è nostro dovere assicurare loro”. Lo ha affermato, secondo quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni.
PIANTEDOSI: “TUTELA LEGALE A FORZE ORDINE NON È IMMUNITÀ”
“La tutela legale riconosciuta agli operatori di polizia non significa immunità, è un supporto economico che l’amministrazione garantisce ai propri appartenenti sottoposti a procedimenti penali”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’approvazione del decreto sicurezza. “Le manifestazioni di protesta sono tutte legittime, ci mancherebbe altro, ma si tratta di un provvedimento non ‘forte’, securitario, di polizia, bensì volto alla tutela delle persone più fragili e deboli”, ha aggiunto.
SALVINI: “GOVERNO COMPATTO, DL SICUREZZA LO DIMOSTRA”
“Il governo è compatto e sarà compatto, la Lega è il collante di questo governo e l’approvazione del decreto sicurezza che prevede più tutele per le forze dell’ordine, lo sgombero immediato delle case occupate, la lotta alle borseggiatrici è l’esempio di questa compattezza”. Lo afferma il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, ai microfoni del Tg1.
MELONI: “IN DECRETO NORME NECESSARIE, NON POTEVAMO PIÙ ASPETTARE”
Quelle contenute nel decreto sicurezza approvato dal Cdm “sono norme necessarie che non possiamo più rinviare. Ecco perché, d’accordo con Antonio Tajani e Matteo Salvini, abbiamo deciso di trasformare il testo del pacchetto sicurezza attualmente all’esame del Parlamento, comprese le migliorie che vi ho appena ricordato, in un decreto-legge, che quindi sarà immediatamente operativo ed entrerà subito in vigore“, ha aggiunto la premier Meloni.
“È una scelta di cui ci assumiamo la responsabilità- ha rivendicato Meloni – consapevoli del fatto che non potevamo più aspettare e che era prioritario dare risposte ai cittadini e assicurare ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa le tutele che meritano. Si è detto e scritto sui giornali su questa decisione: c’è chi l’ha definita ‘scorciatoia’, chi addirittura un ‘blitz’. Ecco, io penso che non sia nessuna delle due cose, ma semplicemente una scelta che il Governo legittimamente ha deciso di prendere, per rispettare gli impegni presi con i cittadini e con chi ogni giorno è chiamato a difendere la nostra sicurezza”.
MELONI: “IN DECRETO MISURE CHE CITTADINI CHIEDEVANO DA TEMPO”
Nel decreto sicurezza approvato dal Cdm, ci sono “alcuni punti fondamentali. Penso all’aumento di pena per chi aggredisce o minaccia i nostri uomini e donne in divisa; alle norme per contrastare le occupazioni abusive e garantire procedure ‘lampo’ nello sgombero; alla stretta alle truffe nei confronti degli anziani; alle misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori; all’istituzione del nuovo reato contro le rivolte nelle carceri o alle misure per sanzionare penalmente chi blocca una strada o una ferrovia”, ha affermato Meloni. Si tratta, ha puntualizzato la presidente del Consiglio, di “misure che i cittadini ci chiedevano da tempo, che i sindacati del comparto ci sollecitavano allo stesso modo e che abbiamo con grande velocità declinato in un disegno di legge trasmesso al Parlamento”.
L’iter di questo provvedimento, ha ricordato Meloni, “è stato però piuttosto tortuoso ed è iniziato ormai quasi un anno e mezzo fa. La Camera ha modificato e deliberato infatti il testo in prima lettura il 18 settembre 2024, poi il ddl è passato al Senato ma non è ancora arrivato alla seconda lettura. Un esame che è stato sì tortuoso, ma che ha anche consentito di apportare al testo iniziale del Governo alcuni miglioramenti significativi, che hanno completato il provvedimento e lo hanno reso ancor più efficace. Mi riferisco, ad esempio, alle norme per punire con maggiore fermezza i reati compiuti nelle metropolitane e nelle stazioni ferroviarie o alle disposizioni contro la produzione e la commercializzazione nei ‘cannabis shop‘ di prodotti a base di cannabis definita erroneamente ‘light’”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)