Anche quest’anno, ottima performance del Sud Italia per quanto riguarda la produzione di energia derivata dall’eolico, confermandosi il cuore pulsante di questa transizione energetica.
L’ultimo report di Wind Europe registra infatti che il Mezzogiorno è responsabile del 94% dell’energia eolica prodotta nel Paese. In aggiunta, a livello nazionale, è avvenuta l’installazione di 685 nuovi impianti, un incremento del 6% rispetto all’anno precedente.
Ancora più significativo è l’aumento del 32% della capacità installata, pari a 685 MW di capacità eolica onshore, fattore che dimostra quanto gli impianti eolici stiano diventando un pilastro fondamentale della produzione energetica nazionale. Da non tralasciare neanche la possibilità di installazione di pale eoliche domestiche, argomento di crescente interesse tra gli italiani, una possibilità che le guide di Acea Energia approfondiscono nel dettaglio.
Energia eolica: un divario regionale
La Puglia domina la classifica regionale, con 6.392,50 GW/h prodotti nell’arco di 12 mesi, seguita da Campania (4.076,10 GW/h) e Sicilia (3.348,40 GW/h). Bene anche la Basilicata (3.214,20 GW/h) e Calabria (2.267,30 GW/h), numeri importanti che confermano il ruolo strategico del Sud nello sviluppo delle rinnovabili.
Non si può dire lo stesso del Nord e Centro Italia: la prima regione settentrionale è la Liguria che, con 295,6 GW/h, segna un netto stacco dai risultati delle regioni meridionali e le isole.
Le sfide dell’Italia a livello europeo
Nonostante i progressi, l’Italia resta indietro rispetto ai principali paesi europei del settore. La capacità installata nazionale, pari a 12,9 GW, è ancora molto lontana da quella di Germania (72,7 GW), Regno Unito (31,6 GW) e Spagna (31,2 GW). Anche sul fronte della crescita annuale sul totale europeo, l’Italia registra un +4%, mentre la Germania avanza con un +25% e il Regno Unito con un +12%.
Le prospettive future, però, sono incoraggianti. Secondo le stime di Wind Europe, il numero di impianti italiani potrebbe aumentare del 64% entro il 2030. Se l’Italia riuscirà a mantenere questo ritmo di crescita, il gap con le potenze europee potrà ridursi sensibilmente nei prossimi anni, passando da 12.270 a 20.090 impianti.