Linee guida internazionali aggiornate per la gestione della depressione resistente, focus sulle terapie innovative
La French Society for Biological Psychiatry and Neuropsychopharmacology ha recentemente pubblicato delle nuove linee guida per la gestione dei disturbi depressivi con risposte parziali o resistenti ai trattamenti, presentate durante il 23° Congrès de l’Encéphale, tenutosi a Parigi.
L’aggiornamento si concentra sull’ottimizzazione del trattamento e sull’introduzione di approcci innovativi, riflettendo un consenso esperto basato sulle ultime evidenze scientifiche.
Ottimizzazione del trattamento per risposte parziali
Per i pazienti con un miglioramento inferiore al 50% dopo un trattamento di prima linea, l’approccio suggerito prevede di ottimizzare il regime esistente prima di considerare alternative.
Ciò potrebbe includere l’introduzione di farmaci come vortioxetina, agomelatina, trazodone o triciclici, oppure l’adozione di combinazioni farmacologiche. Tra queste, viene raccomandato l’uso di mirtazapina o mianserina in associazione con agenti come litio, lamotrigina, quetiapina, aripiprazolo o la neurostimolazione.
Tuttavia, tali strategie di potenziamento sono consigliate principalmente per pazienti con episodi depressivi ricorrenti. Farmaci come ketamina, risperidone o olanzapina sono indicati solo in una seconda fase del trattamento.
Nuove prospettive per risposte minime
Nei casi in cui i pazienti mostrano un miglioramento inferiore al 25%, gli inibitori delle monoamino ossidasi (MAOIs) costituiscono un’opzione di seconda linea.
A differenza dei pazienti parzialmente responsivi, la terapia di potenziamento può essere introdotta già al primo episodio di depressione resistente.
Le raccomandazioni canadesi apportano ulteriori innovazioni, evidenziando il ruolo di interventi comportamentali e ambientali. L’esercizio fisico regolare (30-40 minuti ogni 2 giorni) e la terapia della luce vengono indicati come trattamenti di prima linea per la depressione stagionale e di seconda linea per quella non stagionale.
Una recente meta-analisi ha confermato che la terapia della luce migliora significativamente i tassi di risposta e remissione.
Sul fronte delle terapie non farmacologiche, vengono enfatizzate la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), la terapia interpersonale e l’attivazione comportamentale come approcci di prima linea.
Sebbene non sempre coperte dai sistemi sanitari, le versioni digitali della CBT, tramite strumenti online guidati, hanno dimostrato un’efficacia comparabile alle terapie tradizionali.
Recenti sviluppi in farmacoterapia
Tra i trattamenti emergenti, due modulatori GABAergici, brexanolone e zuranolone, sono stati approvati negli Stati Uniti per la depressione post-partum, con studi in corso per altre forme depressive.
Nei pazienti con anedonia, caratterizzati da profili immunometabolici, trattamenti dopaminergici come L-dopa hanno mostrato maggiore efficacia. Inoltre, antagonisti del recettore kappa-oppiaceo, quali aticaprant e navacaprant, si sono rivelati promettenti per trattare forme anedoniche di depressione.
Tra le opzioni psichedeliche, psilocibina e ketamina continuano a ricevere attenzione per il loro effetto rapido e multifattoriale. Studi aperti suggeriscono che la psilocibina possa rappresentare una soluzione innovativa per pazienti resistenti ad almeno cinque antidepressivi. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per consolidare queste evidenze.
Infine, gli stimolatori diretti transcranici, sebbene popolari tra i pazienti, non trovano ancora supporto nei dati clinici.
Fonte:
French Society for Biological Psychiatry and Neuropsychopharmacology (AFPBN) guidelines for the management of patients with partially responsive depression and treatment-resistant depression: Update 2024. Recommandations formalisées d’experts de l’AFPBN pour la prise en charge des troubles dépressifs avec réponses partielles et résistantes : mise à jour 2024. L’Encéphale, 2025; 51(1):26-38. leggi