Messina Denaro, arrestata Prof. di matematica: per i Pm amante e complice del boss. A inchiodarla anche ‘i pizzini’ di gelosia della rivale Laura Bonafede
Arrestata Floriana Calcagno: insegnante 40enne accusata di favoreggiamento aggravato per aver aiutato il boss Messina Denaro durante la latitanza, immortalata più volte in sua compagnia dalle telecamere di videosorveglianza. Nuovo arresto nell’ambito delle indagini sui fiancheggiatori del boss deceduto Matteo Messina Denaro in provincia di Trapani. Gli investigatori del Servizio centrale operativo e del Ros hanno arrestato, su ordine del gip del tribunale di Palermo che aveva ricevuto una richiesta di provvedimento dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, Floriana Calcagno.
LE ACCUSE
La donna, professoressa di matematica in un’istituto superiore di Mazara del Vallo, è indagata, in concorso, per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena aggravati dall’essere stati commessi al fine di avvantaggiare la mafia. Calcagno è legata da stretti vincoli di parentela con Francesco Luppino, considerato “esponente” della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara e storico uomo di fiducia di Messina Denaro.
Le indagini, corroborate dall’analisi di tabulati telefonici e traffici di celle, oltre che dalla visione di immagini di videosorveglianza e dallo sviluppo delle dichiarazioni di alcune fonti, hanno disvelato “il ruolo attivo svolto dall’indagata – spiegano gli investigatori –nelle fasi terminali della latitanza di Messina Denaro. L’insegnante avrebbe fornito all’allora latitante “sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale” nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani. Tutto questo “al fine di soddisfarne anche le primarie esigenze personali, assicurandogli attraverso un sistema di staffetta e scorta con la propria auto, la possibilità di spostarsi in modo riservato sul territorio – ancora gli investigatori – e di non essere catturato dalle forze dell’ordine”.
Delle perquisizioni sono attualmente in corso in provincia di Trapani, con il supporto dei reparti Prevenzione crimine della polizia e e dello Squadrone eliportato ‘Cacciatori Sicilia’ dei carabinieri.
“UNA FUGACE STORIA SENTIMENTALE”
Pochi giorni dopo l’arresto del boss Messina Denaro Calcagno andò spontaneamente in Procura, affiancata dal suo avvocato, per dare la sua versione dei fatti: dopo aver riconosciuto il superlatitante in televisione, lo aveva aveva riconosciuto come l’uomo con cui aveva avuto, a suo dire, una fugace relazione sentimentale. MA non era a conoscenza della sua reale identità: le si era presentato infatti come Francesco Salsi, anestesista in pensione.
Tutta un’altra storia è stata invece ricostruita di pizzini ritrovati nel covo del boss a Campobello di Mazara, così come le immagini delle diverse videocamere di sorveglianza analizzate dai carabinieri del Ros dopo la cattura del latitante. La prof. infatti non solo era una delle amanti del padrino, ma lo avrebbe aiutato in modo determinante a coprire la sua latitanza. Dal ruolo di staffetta durante gli spostamenti del boss, a quello di postina, senza nulla togliere alle scampagnate in auto e alle cene al ristorante come una normale coppia di amanti.
UN BOSS CONTESO TRA DUE DONNE
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la loro relazione, tutt’altro che fugace, avrebbe avuto inizio nel 2017: lei sposata, lui con un’altra compagna, la maestra Laura Bonafede, già condannata per mafia. E tra i pizzini ritrovati- che hanno aiutato a ricostruire la vera natura del ruolo della Calcagno- non mancano quelli in cui emerge la gelosia tra donne. Tra questi, quello datato 30 dicembre 2022 scritto da Laura Bonafede: “Alle 11.40 circa ho visto ‘Handicap’ (Ndr: il soprannome dato alla rivale) che usciva dalla zona chiave (Ndr: il covo di Campobello di Mazara in cui si nascondeva il mafioso), dritta come un palo e con una Louis Vuitton sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo? Fuck”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)