Sclerosi multipla: un maggiore carico di comorbilità è associato a un aumento degli eventi avversi di interesse e a una precoce interruzione delle terapie modificanti la malattia
Uno studio pubblicato presentato a West Palm Beach (Florida, USA) al congresso ACTRIMS (Americas Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) ha rivelato che un maggiore carico di comorbilità è associato a un aumento degli eventi avversi di interesse (AESI) e a una precoce interruzione delle terapie modificanti la malattia (DMT) nei pazienti con sclerosi multipla (SM).
Questa analisi, che ha coinvolto 17 studi clinici di fase 3 su 16.794 individui con SM seguiti per almeno 2 anni, mette in luce la necessità di considerare le comorbilità nei percorsi di cura.
Analisi meta-analitica in due fasi
Il team guidato da Amber Salter, docente di biostatistica presso il Dipartimento di Neurologia dell’UT Southwestern Medical Center (Dallas, TX), ha condotto un’analisi meta-analitica in due fasi.
Sono stati valutati numerosi tipi di comorbilità, tra cui condizioni autoimmuni, malattie cerebrovascolari, diabete, patologie cardiovascolari, iperlipidemia, ipertensione, cardiopatia ischemica, disturbi polmonari e cutanei, emicrania, malattie vascolari periferiche, depressione, ansia e altri disturbi psichiatrici.
Globalmente, il 64% dei pazienti ha riportato AESI, principalmente infezioni. L’aumento del carico di comorbilità ha mostrato una correlazione diretta con l’incremento del rischio di AESI:
• Una comorbilità: RR = 1,3 (CI 95%, 1,09-1,17);
• Due comorbilità: RR = 1,19 (CI 95%, 1,14-1,23);
• Tre o più comorbilità: RR = 1,25 (CI 95%, 1,18-1,33).
In particolare, è stato osservato un rischio maggiore del 15% per AESI nei pazienti con due o più condizioni cardiometaboliche e psichiatriche.
Rischio di interruzione precoce delle terapie modificanti la malattia
Il 17% dei partecipanti ha abbandonato precocemente gli studi clinici sui DMT. L’analisi ha quindi evidenziato che il tasso di interruzione precoce aumentava nei pazienti con due comorbilità (RR = 1,23; CI 95%, 1,07-1,42) e tre o più comorbilità (RR = 1,19; CI 95%, 1,01-1,4) rispetto a chi non aveva comorbilità.
Questa associazione si è rivelata particolarmente marcata per i disturbi psichiatrici.
Secondo Salter, i risultati evidenziano la necessità di ulteriori ricerche sulla popolazione generale con SM. Inoltre, sottolineano l’importanza di supporti aggiuntivi nella pratica clinica per prevenire l’interruzione precoce delle terapie nei pazienti con comorbilità.
Fonte:
Salter A, et al. Association of comorbidities and safety in phase 3 clinical trials for disease-modifying therapies in multiple sclerosis. Presented at: ACTRIMS 2025; West Palm Beach, Florida, USA.