Prosegue la mostra “Cenacoli, da Andrea da Saronno a Andy Warhol” nelle sedi di Casa Morandi – Sala Nevera, Spazio Art Café, Santuario della Beata Vergine dei Miracoli e Museo della Ceramica
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Il Comune di Saronno, in collaborazione con l’Associazione Flangini, presenta la mostra “Cenacoli. Da Andrea da Saronno a Andy Warhol”, a cura del critico e storico dell’arte Antonio d’Avossa. L’iniziativa si inserisce tra le attività culturali promosse in occasione del Giubileo 2025, dedicato ai temi della riconciliazione, del rinnovamento e della conversione spirituale.
L’esposizione, che ripercorre l’evoluzione del tema del Cenacolo, rappresentazione di uno dei momenti più intensi nel racconto dei Vangeli, sarà aperta al pubblico fino al 25 maggio 2025.
Il percorso artistico, culturale e spirituale si sviluppa in più spazi espositivi, partendo dall’Art Cafè con le incisioni del Sette-Ottocento eccezionalmente concesse dall’Accademia di Belle Arti di Brera, per proseguire presso la Sala Nevera di Casa Morandi con opere di arte moderna e contemporanea, filmati e oggetti pop, tra cui pezzi provenienti da Cina, Russia, USA (magliette, skateboard, orologi, mobile case, tra gli altri), insieme a circa cinquanta foto di cenacoli tatuati su corpi umani, a testimonianza della popolarità trasversale di questa immagine religiosa.
A estendere e completare il percorso espositivo si uniscono il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli con il Cenacolo ligneo, opera cinquecentesca di Andrea da Saronno (o da Corbetta) e Alberto da Lodi e il Museo della Ceramica “G. Gianetti” che ospita l’opera di Ugo La Pietra “L’ultima cena”, esposta nella sala principale del museo, sopra la porta, a citazione del cenacolo vinciano e simbolo del grande significato che la ceramica porta sempre con se: raccogliere la storia, conservarla e condividerla, raccontarla nuovamente nel tempo.
La scelta dell’icona, il Cenacolo, trova ragion d’essere nella rilevanza di questo soggetto nella storia artistica e culturale occidentale, ma soprattutto nella forte connessione con i significati e i valori ai quali si richiama il Giubileo 2025, che vede nello spezzare del pane il gesto con cui Dio si dona all’uomo, suscitando il desiderio profondo di una vera conversione. Il Cenacolo simbolizza infatti l’unione tra Cristo e gli uomini, il Nuovo Patto, che salva dalla morte spirituale e libera gli uomini dalla prigionia spirituale ricordando l’amore e il sacrificio di Cristo per la salvezza dell’umanità.
Le opere in mostra, molto varie nella tipologia e periodo artistico, hanno come memoria comune il Cenacolo universalmente noto, quello di Leonardo, che costituisce il referente visivo-segnico più noto della Comunione. La commistione operata dal curatore, Antonio d’Avossa, tra cultura alta e bassa conferma che tra le due forme espressive c’è sempre uno scambio, benché non sempre di immediata percezione, che nel caso de “L’Ultima Cena” appare invece in tutta la sua evidenza.
Gli artisti presenti in mostra, appartenenti al panorama italiano e internazionale, esprimono le diverse poetiche, tecniche artistiche, culture e provenienze: Joseph Beuys, Adolphe Braun*, Giulio De Mitri, Antonio Di Biase, Gabriele Di Matteo, Barbara Fässler, Jacob Frey*, Fabrizio Garghetti, Paul Goodwin, Maurice Henry, Jiri Kolar, David LaChapelle, Eris Mone, Raffaello Morghen*, Tomoko Nagao, Hermann Nitsch, Nicola Pankoff, Guido Peruz, Andrea Solario*, Daniel Spoerri, Rudolf Stang*, Christian Tobas, Wolf Vostell, Andy Warhol, Uli Weber (* incisioni del ‘700 e ’800 di proprietà dell’Accademia di Belle Arti di Brera).